Artisti noti e giovani talenti espongono nella mostra “Wunderka(V)er!” organizzata dalla G.A.P. presso il rifugio antiaereo dell’E.U.R., uno degli spazi più suggestivi che Roma offre all’Arte Contemporanea.

CATALOGO DELLA MOSTRA

TIPOLOGIA: Mostra collettiva

DATE: 18 Giugno – 7 Luglio 2009

LUOGO: Rifugio Antiaereo E.U.R. (ROMA)

PATROCINI: Provincia di Roma, XII° Municipio – Roma E.U.R.

CURATORE: Cecilia Paolini

ARTISTI: Stefano Ansini, Monia Basso, Blukobalto, Valerio de Filippis, Gamariel, Roberta di Girolamo, Claudio Gambini, Ferruccio Maierna, Alexandru Muraru, Augusto Poderosi, Claudio Piacentini, Antonella Scaglione, Irene Taddei, Massimo Villani.

Ironico quanto esplicito, il titolo della mostra richiama il tema delle camere delle meraviglie del XVI° sec., le cosiddette “wunderkammern” dove erano conservate le collezioni di oggetti preziosi, e lo conduce nelle “caverne” del rifugio sotterraneo dove saranno raccolte delle vere e proprie mirabilia riguardanti la giovane arte contemporanea. Nelle stanze più isolate del Rifugio sono esposti i percorsi diversi e individuali di artisti già affermati, brevi personali indicative di esperienze artistiche uniche, ma unite dall’incessante ricerca di un’estetica votata alla qualità.

L’allestimento delle sale prevede il diretto coinvolgimento dei visitatori: le camere del Rifugio sono lasciate in penombra e le opere d’arte sono illuminate soltanto di riflesso perché per ogni visitatore è prevista una torcia per illuminarle personalmente. In questo modo il pubblico è coinvolto in una vera e propria ricerca personale e può decidere il percorso da seguire e i dettagli delle opere da mettere in risalto, perché l’arte contemporanea, prima ancora di essere spiegata, necessita di un contatto intimo ed emozionale con l’osservatore.

Dalla prima stanza, illuminata a giorno e dedicata al maestro Gambini, di cui è in mostra “Aria”, una stupefacente tela di quattro metri di lunghezza per uno e mezzo, si passa poi per il primo corridoio, organizzato in piccole aree divise per le opere degli artisti Gamariel, BluKobalto e Irene Taddei, ognuna delle quali “bagnata” da uno spot di luce dall’alto; in fondo le istallazioni di Monia Basso, di cui una, illuminata esclusivamente con luce ultravioletta, è allestita in un piccolo spazio a se stante. Se il grandioso trittico di Matteucci, dalle tematiche sociali, le maschere di Maierna e le grandi tele di di Girolamo sono in una sala isolata, visibili attraverso fasci di luce singoli; lo spazio dedicato alle fotografie di Ansini faceva da contraltare all’ingresso, con un’illuminazione diffusa e dall’alto. Ultima, ma notabile sin dall’ingresso per il richiamo luminoso del proiettore, la sala dedicata all’istallazione video di Poderosi, autentica preziosità della mostra.