La G.A.P. apre il 2010 con la mostra “L’Aquila non si muove. Immutabile identità di un popolo” nella particolare location del Palazzo Ferdinando di Savoia, allestita dall’Associazione in collaborazione con il Ministero dell’Interno e la Polizia di Stato, il patrocinio della regione Abruzzo e della provincia dell’Aquila. La mostra, dalla fortissima valenza storico-culturale e socio-antropologica, è aperta al pubblico dal 31 Marzo al 16 Maggio.

CATALOGO DELLA MOSTRA

TIPOLOGIA: Mostra d’arte e fotografica

DATE: 31 Marzo – 16 Maggio 2010

LUOGO: Palazzo Ferdinando di Savoia – Ministero dell’Interno (ROMA)

PATROCINI: Ministero degli Interni, Polizia di Stato, Regione Abruzzo, Provincia de L’Aquila.

CURATORE: Cecilia Paolini

ARTISTI: Stefano Ansini, Giampiero Abate, Giorgio Bisanti, Luigi Cervone, Valerio de Filippis, Claudio Gambini, Claudio Lia, Ferruccio Maierna, Stefano Piali.

L’Associazione G.A.P. presenta “L’Aquila Non Si Muove”, mostra artistica dedicata alle indimenticabili bellezze del capoluogo abruzzese, oggi tristemente ricordato per gli strazianti crolli avvenuti a seguito dei violenti terremoti dell’Aprile 2009, ma da sempre territorio di cultura, centro di un inestimabile patrimonio artistico e paesistico. La mostra ha come principale obiettivo la promozione di quel patrimonio, sicuramente lacerato dalla catastrofe naturale, tuttavia ancora esistente e simbolo di un’identità culturale da salvaguardare. L’esposizione, dunque, avrà lo scopo di mostrare quanto il territorio abruzzese sia ancora ricco di un patrimonio culturale da difendere e valorizzare nonostante sia attualmente provato dalle ripetute scosse sismiche. La mostra si articola in tre parti.

La collezione principale è costituita da fotografie di nativi abruzzesi che hanno scelto di rappresentare l’infinita bellezza della loro città come appariva prima dei ripetuti crolli. Questa parte della mostra è in realtà l’ultima tappa di una manifestazione itinerante: data l’importanza della manifestazione, la G.A.P. ha deciso di sostenere l’iniziativa, già patrocinata dalla Provincia de L’Aquila, organizzando l’esposizione ampliata di Roma. Questo nucleo originario della collezione, dunque, è già stato esposto in varie località dell’Abruzzo.

Una seconda collezione è invece costituita dai lavori di alcuni artisti membri dell’Associazione G.A.P. che hanno voluto esporre un proprio lavoro come tributo per testimoniare la loro adesione all’evento: si tratta di opere che riflettono sulla condizione umana nella sofferenza fisica ed esistenziale, in relazione alla capacità dell’uomo di risollevare le proprie sorti. Il tema scelto vuole essere una sorta di parabola intima e umana dell’esperienza tragica vissuta dalla popolazione abruzzese a seguito degli eventi dello scorso Aprile.

Una terza parte della mostra, che l’Associazione ha portato a compimento in collaborazione con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, sarà invece dedicata alla selezione delle opere fotografiche partecipanti al concorso “Uno Scatto per l’Aquila” riservato al personale della Polizia di Stato che ha prestato aiuto e servizio alla popolazione abruzzese dopo il terremoto.

Il 31 Marzo, giorno del vernissage, l’affluenza è stata notevole: tra i numerosi visitatori erano presenti personalità istituzionali e politiche, fra cui il Prefetto Giuseppe Maddalena e il Direttore delle Relazioni Esterne Maurizio Masciopinto. Forte risonanza all’evento è stata data dai media, presenti sul posto, tramite articoli apparsi su testate e siti locali e nazionali, quali La Repubblica, Sky TG 24, Adnkronos, Exibart, Iris Press, Rinascita e Cultura, Omniroma, Tutto Abruzzo; interviste su Radio Rai che ha pubblicizzato l’evento in occasione dell’anniversario del terremoto; servizi mandati in onda dai telegiornali delle Tv quali Rai 3, dove appaiono le interviste al Prefetto e alla curatrice della mostra.

Ciò che ha affascinato in particolar modo i visitatori è stato il messaggio che la mostra intende lasciare: esaltare un sentire e un vivere di un popolo, immerso nella propria tradizione e nelle proprie credenze, nonostante la distruzione e la perdita che ne è conseguita.