Chi si indigna per la natura umana trova in se stesso motivo di vergogna: con ironico disincanto, nutrito d’elegante composizione e fermo stile, Valerio de Filippis mostra il gioco del desiderio umano, al di là di ogni stereotipa considerazione di convenzione morale.
TIPOLOGIA: Mostra Personale
DATE: 19 Dicembre – 28 Dicembre 2011
LUOGO: Spazio espositivo “Il Laboratorio” (ROMA)
PATROCINI: Roma Capitale
CURATORE: Lisa Simonetti
ARTISTA: Valerio de Filippis
Se non per incanto, almeno per gioco… questo è il primo pensiero davanti alla serie di de Filippis che impone la leggerezza come fondamentale requisito per essere compresa e non fraintesa. “Honi Soit Qui Mal Y Pense”: un inno a considerare ogni inclinazione umana come lecita, perché in fondo prodotto di una naturale tendenza, ma anche un modo per schernirsi dietro un modo di essere che si presuppone fuori dal comune. La logica delle “scene” presentate da de Filippis è di un mondo che vuole essere scoperto, ma come se fosse una lontana e inavvicinabile esibizione, come in un teatro la cui platea è aperta a tutti (anzi, dalla platea si pretendono comprensione e plauso) ma il palcoscenico è riservato soltanto ad attori di navigato mestiere.
Non v’è nulla di empatico, in fondo nulla che potremmo definire davvero reale, tanto che davanti a queste tavole lo spettatore è indotto a credersi un voyeur; ma è un gioco delle parti del quale solo fintamente siamo osservatori non invitati. D’altra parte l’ammonizione a non pensare male non sussisterebbe se non si presupponesse non solo di essere al di fuori dei comuni comportamenti sociali, ma che tale stravaganza sia ormai manifesta: è un mondo che per sopravvivere ha bisogno di spettatori, consapevoli del fatto che non potranno mai trasformarsi in attori.
Tutto è finzione, tutto è gioco: ma chi si fregia di un manifesto così libertino, eppur formalmente raffinato, può ben attestarsi nel limbo che separa la realtà da quel mondo: fa parte dell’elite che, al di là delle convenzioni, vive con spensierata consapevolezza la dimensione altra e irreale del mascheramento. La collezione proposta in questo catalogo è un divertissement per intenditori, una serie di opere su tavola di piccole e medie dimensioni caratterizzate da una pittura minuziosa che descrive atmosfere di elitaria eleganza; manifesto di questa inclinazione pittorica è “Triangolare Occulta”, dove tutto è ammiccante e giocosa allegoria e dove l’incuriosita attesa per ciò che sta per accadere si trastulla nel rimirare la ricchezza di un abito di pura seta.
La Galleria “Il Laboratorio”, nel cuore di Trastevere, fu testimone dei primi lavori di questa serie presentati nel 2010; a un anno di distanza, con la collezione ampliata di molti altri lavori e pronta a una presentazione ufficiale con pubblicazione dei dipinti più rappresentativi, Valerio de Filippis torna nella stessa piccola, preziosa galleria di Trastevere con “Honi Soit Qui Mal y Pense”, gioco eccellente che mette a nudo il desiderio e la fragilità umana di fronte alla leggerezza del vivere. L’esposizione ha previsto l’esposizione delle ventuno opere che compongono la serie, comprese quelle già di proprietà di collezionisti che hanno prestato la propria opera per l’occasione. Nella serata inaugurale è stato presentato anche il catalogo edito da Daphne Museum.