Agrigento, terra di grandi civiltà del passato e ancora oggi centro vivo di cultura contemporanea: attraverso tre artisti, diversi per tecnica ma legati dalla comune appartenenza alla Sicilia, si celebra la nobile Girgenti come custode di un patrimonio intellettuale che dall’antica Magna Grecia continua anche nei giorni nostri…
TIPOLOGIA: Mostra collettiva
DATE: 02 Maggio – 05 Maggio 2013
LUOGO: Complesso Monumentale “Sant’Andrea al Quirinale – Teatro dei Dioscuri” (ROMA)
PATROCINI: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Lazio, Regione Sicilia, Roma Capitale, Comune di Agrigento
CURATORE: Cecilia Paolini
ARTISTI: Luigi Cervone, Bruno Melappioni, Marzia Americo
Solitamente ricordata per la grande arte del passato punico e magno greco, Agrigento è ancora oggi un centro propulsivo d’arte contemporanea, punto di incontro per molti artisti che nella quiete di una terra ricca di storia attingono ispirazione e scambiano esperienze. Sono esempio di questo vivido fermento culturale i tre artisti scelti per questa mostra, artisti molto diversi per tecnica e tematica, ma accomunati da un dialogo costante e ispirativo con la terra in cui vivono e lavorano.
La mostra, dunque, è stata ideata con il precipuo scopo di far conoscere a livello nazionale questa dinamicità artistica contemporanea, di cui Agrigento viene assurta a simbolo ma che è condivisa da tutta la terra di Sicilia, attraverso l’istituzionalità del Complesso Monumentale di S. Andrea al Quirinale, per dare la giusta risonanza all’arte contemporanea siciliana, di cui il lavoro pluridecennale degli artisti qui presentati è un raffinato e importante simbolo.
Il titolo della mostra prende spunto dal famoso romanzo “Il cielo rubato” di Andrea Camilleri, nato a Porto Empedocle e particolarmente legato alla terra di Sicilia. Il racconto è ambientato proprio a Girgenti e dedicato al grande pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir, che probabilmente soggiornò proprio ad Agrigento durante un viaggio itinerante per le terre siciliane: come nel romanzo ci si interroga sulla completa assenza dei paesaggi siciliani nelle opere del pittore francese, così in questa mostra si vuole svelare quanto l’identità culturale agrigentina sia fonte di ispirazione artistica anche in assenza di rimandi iconografici specifici.
I tre artisti presentati per questa esposizione sono stati scelti non solo per la qualità della ricerca tecnica e stilistica comprovata da una decennale esperienza di mostre collettive e personali, sia in ambito nazionale che internazionale, ma anche perché rappresentanti un differente modo di interpretare l’arte che in questo modo viene narrata nella sua interezza attraverso la pittura di paesaggio di Marzia Americo, la scultura di Bruno Melappioni, la pittura figurativa di Luigi Cervone.
Con il fondamentale aiuto degli allievi della G.A.P., appartenenti alle classi di formazione in corso, ma anche di molti ex allievi, a cui va il nostro profondissimo ringraziamento, in una sola giornata è stata allestita l’esposizione nelle sei sale del Teatro dei Dioscuri. Durante la sera del vernissage sono intervenuti esperti di settore tra cui il prof. Giorgio Rutigliano, che ha particolarmente apprezzato la pittura magniloquente di Cervone e le opere bidimensionali a filo continuo di Melappioni.