La forza espressiva di Luigi Cervone in una mostra personale per sostenere l’A.I.S.M.: il Museo di Villa Vecchia a Villa Doria Pamphilj diventa teatro d’arte pittorica per ospitare più di venti opere che hanno come soggetto l’uomo e la sua voglia di combattere, anche quando il nemico sembra dileguarsi…
TIPOLOGIA: Mostra personale
DATE: 07 Dicembre – 30 Dicembre 2013
LUOGO: Museo di Villa Vecchia – Villa Doria Pamphilj (ROMA)
PATROCINI: Regione Lazio, Roma Capitale
CURATORE: Cecilia Paolini
ARTISTA: Luigi Cervone
L’ultimo fiato del cantore un attimo prima di intonare l’aria principale, il passo che compie l’attore per entrare in scena, il momento in cui la spalla del pugile carica il pugno, l’istante di silenzio che precede un combattimento, una battaglia… tutti questi momenti, infiniti di concentrazione, giustificano il senso più universale della parola latina “accinctio”, letteralmente “cingersi”, “armarsi” e, più in generale, “apprestarsi”, “prepararsi”, come un tempo faceva la milizia romana per entrare in servizio.
Ma “accingersi” trova senso nell’atto che si sta per compiere: a cosa verrebbe ridotto il fiato del cantore senza voce, il passo dell’attore senza mai pubblico, l’energia del pugile che può soltanto colpire l’aria, una battaglia con un nemico che si dilegua… l’impossibilità di combattere data dall’indifferenza, l’illusione di combattere.
Una mostra per l’arte di Luigi Cervone, abilità tecnica e ispirazione contro la cialtroneria che solitamente definisce l’arte contemporanea e che, già poco tempo fa, almeno si fondava su un’idea, ancorché priva di abilità, ma che è sempre più privata anche del più misero dei significati, forse perché non riesce più a coinvolgere i sensi. Le figure di Cervone sono struggenti, eroiche, talvolta immaginifiche, sicuramente fascinatorie, create da pura ispirazione ma composte con la sapiente volontà di lusingare la vista. Ma a cosa servono in un mondo in cui anche il più banale dei prodotti industriali, la più casuale fotografia digitale possono avere dignità di oggetto artistico?
L’opera principale dell’esposizione, da cui altresì prende nome, mostra un uomo di spalle nell’atto di sollevarsi, una sorta di “Galata morente” moderno, dalle proporzioni allungate che ricordano le composizioni anatomiche di Ingres, ma che in Cervone vengono utilizzate per meglio far percepire lo sforzo fisico di sollevarsi: come questo dipinto potrebbe combattere contro l’insipienza di un modo di fare arte inetto, che si circonda di vuote parole lontane da quell’emozione che è precipuo compito della vera Arte?
Forse il senso del combattere, della vita stessa, è proprio nell’illusione che costantemente incita l’eroe a risollevarsi, ad “accingersi” ancora, ad armarsi per gridare, perché quel grido arrivi alle coscienze e le risvegli d’emozione. È sufficiente commuoversi per essere vivi.
La mostra d’arte è stata progettata con l’obiettivo di promuovere l’attività dell’A.I.S.M. (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) con la quale G.A.P. organizzerà l’attività di comunicazione e ufficio stampa dell’evento. La collaborazione tra A.I.S.M. e G.A.P. è nata grazie all’intervento di Daniela Semprebene, brillante storico dell’arte, esperta di Angelo Caroselli di cui ha curato il catalogo edito da Gangemi, e ambasciatrice A.I.S.M..